Le origini

Dalla prefazione di Fabrizio Manca Nicoletti - Soltanto una palla di stoffa, l’antologia della prima edizione del concorso letterario CartaBianca

Le origini

Dopo i buoni risultati ottenuti con le scuole medie di Cagliari, cominciavo a proporre il mio progetto di Storia della Sardegna anche alle amministrazioni dei vari comuni dell’hinterland.

Ecco cosa mi portò, nel settembre del 2009, a bussare alla porta di Annalisa Corrias, assessore alla Pubblica Istruzione del Comune di Selargius. Dopo averle esposto il piano di lavoro, notai un certo interesse nel viso della donna. E via, allora, con tempi, modi e costi di realizzazione.

La dottoressa Corrias reggeva contemporaneamente anche gli Assessorati allo Sport e quello alla Cultura.

“E se organizzassimo anche un bel concorso letterario?”. Lei mi guardò un po’ stranita.

Ma non mi disse di no. Anzi, mi invitò a presentare un progetto. In una settimana buttai giù qualcosa. CartaBianca stava incominciando a prendere forma. Sapevo che sarei riuscito a convincere l’assessore e l’intera giunta comunale della bontà della mia idea.

Obiettivo numero uno, la formazione di una giuria. Presi i primi contatti. Subito, coinvolsi la mia vecchia amica Luisa Perinu, divoratrice di libri ed elemento di punta dell’associazione culturale MieleAmaro. Telefonai poi alle redazioni delle diverse testate giornalistiche isolane, sfruttando quelle poche conoscenze che già avevo. Alessandra Addari l’avevo incontrata qualche tempo prima negli studi di Videolina, in occasione di una mia partecipazione ad un programma dell’emittente di viale Marconi. Arrivare a Sabrina Zedda fu relativamente facile. La Nuova Sardegna è infatti il quotidiano per cui settimanalmente scrivo ormai da una dozzina d’anni.

Anna Brotzu e Manuela Vacca? Mai viste prima. Feci il numero del centralino delle loro rispettive redazioni. Mi procurai i loro contatti e subito mi dissero di si. Incontrai per la prima volta Manuela in un bar dalle parti di via Mameli. Era lì che smanettava col suo portatile. Fu lei a propormi il nome di Gianni Zanata. Ed ecco che, dopo un fitto scambio di mail (il buon Gianni voleva sapere dove stava andando a parare), anche il brillante conduttore (nonché scrittore e musicista) di Sardegna 1 divenne uno dei nostri.

Come poi non coinvolgere Radio Press in un’iniziativa del genere? “Melina, collabora ancora con voi?” chiesi io. Ma di lei, in quella redazione, non c’era più traccia. A darmi la notizia fu proprio Nicola Muscas, giovane speaker dell’emittente. Non persi tempo e attaccai con lui.  “Senti, ti piacerebbe…”. Un caffè e qualche sigaretta, Charles Bukowski e Raymond Carver, Nicola accettò la mia proposta.

A questo punto, la mia giuria era al completo. E che giuria! Ero riuscito a coinvolgere tutte le più importante testate giornalistiche sarde. Non potevo che essere soddisfatto.

Ma ora, l’obiettivo più difficile. Cercare di convincere un editore a prendere parte al progetto, investendo sulla pubblicazione di un’antologia contenente i migliori racconti partecipanti al concorso. Sul sito dell’AES, Associazione Editori Sardi, troverete nomi, indirizzi e relativi siti internet della maggior parte degli editori isolani. Preparai una mailing list, lavorai di copia e incolla, per poi inviare la proposta a un numero imprecisato di case editrici.

Qualcuno ebbe la bontà di rispondermi. Trovai anche la mail inviatami dalla Taphros. Sta di fatto che, dopo qualche giorno, digitai il prefisso di Olbia. Mi rispose una signorina. E poi, il gran patron, Dario Maiore. 

Non mi disse subito di si. Tutt’altro. Cominciai a martellarlo di telefonate, ai limiti dello stalking. Alla fine, cedette. Per sua stessa ammissione, il mio entusiasmo aveva avuto la meglio sulle sue perplessità.

Quando mi ripresentai a colloquio dall’assessore (e sì, la grana dei finanziamenti e del patrocinio non era stata ancora risolta), ritenevo di essere in possesso di argomenti abbastanza convincenti per strappare l’approvazione da parte delle istituzioni selargine. Con Gianni Serra, prezioso braccio destro della dottoressa Corrias, intrapresi tutto l’iter burocratico. Documenti, marche da bollo e via dicendo. Tutte queste scartoffie rappresentavano comunque il lasciapassare del mio progetto. Ce l’avevo fatta.

Una delibera del Comune di Selargius, datata 29 aprile 2010, dava il via libera ufficiale alla nascita della manifestazione.

Il resto è storia recente. Abbiamo cominciato a tappezzare la città con le nostre locandine. Radio, tv e giornali hanno parlato di noi. In via Bacaredda, di fronte al mercato di San Benedetto, in una bella mattina di maggio, si è materializzato un maxi-poster di diciotto metri quadrati che pubblicizzava il concorso letterario. Anche Facebook è stato poi uno strumento fondamentale nella promozione dell’iniziativa.

Il risultato di tutto questo battage pubblicitario fu l’arrivo di 406 racconti. Va detto, a onor del vero, che molti di questi manoscritti sono stati poi cestinati per diversi motivi: autori residenti fuori dalla Sardegna, dati dell’autore incompleti o eccessiva lunghezza dei lavori. E dire che sarebbe bastato leggere con attenzione il bando del concorso per ovviare a tutti questi problemi.

Alla fine, i racconti trasmessi alla giuria sono stati comunque 254. Il successo dell’iniziativa si è trasformato poi in un incubo per gli stessi giurati. Chi, tra loro, avrebbe immaginato l’arrivo di tanto materiale? Beh, diciamo che l’idea di trascorrere l’estate coi vostri racconti (per quanto interessanti e originali), non deve averli fatti impazzire di gioia.  Già immaginavo un ammutinamento. O che, quantomeno, qualcuno venisse meno all’impegno preso. Macchè, i miei giurati sono proprio dei bravi ragazzi…

Luisa Perinu, da qualche mese diventata nonna di due bellissime gemelline, mi racconta spesso del memorabile mese di luglio appena trascorso. Sul tavolo del suo salotto, da una parte le pappe e i pannolini delle piccole; dall’altra, il malloppone con tutti i duecentocinquantaquattro racconti.

Con Dario Maiore c’eravamo prefissati un obiettivo: raggiungere quota cento racconti. A un mese dal lancio del concorso, i lavori arrivati in redazione erano decisamente pochini. “Dai, anche se alla fine saranno cinquanta, sessanta, sarà andata bene lo stesso” cercava di consolarmi lui.

La maggior parte del materiale (come poteva essere prevedibile) è pervenuta nelle due settimane che hanno preceduto la chiusura del bando. Insomma, i famosi duecentocinquantaquattro racconti. Forse, lo stesso Dario Maiore, non avrà fatto salti di gioia. Era stato infatti anch’egli precettato per far parte della giuria. E anche per il signor Taphros, si profilava così un’estate di spiagge, ombrelloni e CartaBianca.

A metà agosto, tutti i giurati avevano trasmesso le loro schede di valutazione con i voti dati ad ogni lavoro. Se ne son viste delle belle. Lo stesso racconto poteva vedersi assegnato un 9 (quando non un 10) da un giurato e un 2 o un 3 da un altro. Cosa significa tutto ciò? Scrivere è un’arte, un’emozione, un sentimento. Non esiste il depositario della Verità Assoluta (“il mio racconto è migliore del tuo”). In questo regno, l’oggettività non ha cittadinanza.  Vincitore, finalisti e racconti inclusi in questa antologia, sono il risultato di una fredda somma algebrica, ottenuta dagli otto voti assegnati ad ognuna delle vostre creazioni. È possibile che, con un’altra giuria, le cose sarebbero andate diversamente.

Questa non vuole essere una consolazione per tutti quei partecipanti la cui opera non compare nel volume, ma la semplice constatazione di come otto persone abbiano preferito alcuni racconti piuttosto che altri. Detto questo, credo sia ora giusto complimentarsi sportivamente con gli autori dei manoscritti che invece sono stati scelti per dar forma a questo libro. E in particolare con Luca Dore, vincitore del concorso, che con il suo Soltanto una palla di stoffa dà il titolo all’antologia. 

 

 

CartaBianca è nata proprio così, un po’ per caso. Inaspettato fu il successo di quella prima edizione.

Fu proprio questo successo a darci la forza di continuare e riproporre, a distanza di un anno, la seconda edizione del concorso.

Col passare degli anni, acquisendo sempre più esperienza e, perché non ammetterlo, seguendo anche i vostri consigli, abbiamo provato a migliorare e diversificare le nostre proposte. Ma sempre mantenendo fede a quelle che, fin dalla prima edizione, sono state le linee guida del progetto. Partecipazione gratuita, massima disponibilità verso gli autori, trasparenza, serietà e, chiaramente, per tutte le diverse edizioni del concorso, un’antologia che contenesse le opere più votate dai giurati.

Ai racconti brevi si sono aggiunte poi le poesie e gli aforismi, fino all’ultima novità rappresentata da un nuovo concorso per vignette e illustrazioni.

Dal marzo del 2016 CartaBianca si è costituita ufficialmente come associazione culturale. Una pietra miliare nella storia del nostro progetto. Ciò ci consentirà di dare ancora di più libero sfogo alle nostre idee. I primi risultati si sono già visti. Oltre ai concorsi letterari (che rimarranno sempre e comunque l’attività principale dell’associazione) stiamo allargando i nostri orizzonti. Da Il Club dei Sapientoni fino ai corsi di Storia della Sardegna e di Scrittura.

Stiamo cercando di strutturarci e organizzarci, a seconda dei talenti di ognuno di noi. Il presidente Andrea Zucca, oltre alla programmazione annuale degli eventi, si occupa principalmente dei rapporti con le istituzioni (Comuni, Provincia, Regione). Alessandra Addari, che presenterà presto alcune delle sue proposte, è la referente per tutto ciò che concerne i media. La segretaria Stefania Floris è invece la responsabile per tutto quanto attiene ai rapporti coi soci e alla pubblicità.

Come dimenticare poi personaggi come Mirella De Cortes e Laura Ardau? Mirella è una fucina di idee sempre in ebollizione. Difficile tenere il suo passo. Laura idem, con i suoi suggerimenti che si sono rivelati sempre utilissimi. Di recente abbiamo scoperto poi un altro suo talento. Ma di questo ne parliamo in un’apposita pagina del sito.

Per quanto riguarda le altre collaborazioni, ci rivolgiamo a specialisti del settore. La direzione artistico-organizzativa dei nostri eventi è affidata a Fabrizio Manca Nicoletti. Fabrizio sembra nato per gestire e tenere sotto controllo tutta quella miriade di situazioni (imprevisti compresi)  che si vengono a creare nell’organizzazione di un qualsiasi evento. Gavino Piga è invece il docente che tiene i corsi di Scrittura. Anche a Gavino è dedicata una pagina speciale di questo sito.

CartaBianca, già prima del lancio del nuovo concorso per vignette e illustrazioni, coltiva anche una passione per le arti figurative. Specialmente in occasione delle nostre serate di premiazione, abbiamo ospitato le opere di diversi artisti (Federico Cerulla, Stefania Polese, Maria Cossu, Dori Pani, Collettivo Aquabras, ecc.). Ecco il motivo per cui nel sito dedichiamo alle arti figurative una pagina speciale. Chi volesse esporre le proprie opere nella nostra mostra virtuale, non esiti a contattarci.

Stesso discorso per gli autori che desiderassero presentare i propri libri. CartaBianca non è più solo una vetrina per scrittori emergenti. Numerosi sono ormai gli autori con almeno una pubblicazione al loro attivo che nel corso di questi anni hanno partecipato ai nostri concorsi. Per saperne di più, date un’occhiata alla pagina dei nostri autori.

Identità

L’Associazione Culturale CartaBianca farà sempre dell’organizzazione di concorsi letterari la sua attività principale. Tuttavia, come da statuto, l’associazione sta sempre di più ampliando l’orizzonte dei propri interessi, proponendo iniziative di diverso genere. Dai reading ai contest letterari, passando per i giochi a quiz, le mostre d’arte, i corsi di scrittura creativa, di storia della Sardegna e di regia e video-giornalismo. 

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